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Oggi i Sistemi di Supply Chain Richiedono Nuove Competenze: Intervista con il Professor Stefano Ronchi, Politecnico di Milano

Scritto da Syscons Team | Oct 3, 2021 10:45:00 PM

Le università e le business school stanno arricchendo i loro programmi formativi per preparare la prossima generazione di esperti di supply chain.

In questa intervista, il Professor Stefano Ronchi, Direttore dei Programmi di Management dell'Ingegneria al Politecnico di Milano, illustra le competenze necessarie per affrontare le nuove sfide globali.

Come sono evoluti negli ultimi anni i programmi di formazione del Politecnico di Milano sulla gestione della supply chain?
L'insegnamento dedicato alla gestione del rischio è stato potenziato. Questo è sempre stato un elemento essenziale nel campo della supply chain, e lo è diventato ancor di più in questo periodo della pandemia da Covid-19.

Il Politecnico di Milano offre da anni diverse specializzazioni di alto livello in Supply Chain Management all'interno del corso di laurea in Ingegneria Gestionale. Negli ultimi anni, nuovi corsi sulla Supply Chain sono stati introdotti anche dalla Business School del Politecnico (MIP), in risposta alla crescente domanda di programmi formativi in questo ambito.
Come sono cambiati i ruoli all'interno della supply chain negli ultimi anni? Sono emerse nuove figure professionali?
Oltre ai ruoli tradizionali come quelli legati alla Pianificazione della Domanda, Previsioni, Gestione della Logistica, gli Analisti Dati e i Risk Manager stanno guadagnando sempre più importanza.

L'Analista Dati si inserisce in tutte le funzioni e i processi aziendali per gestire e comprendere grandi quantità di dati. Questi dati in tempo reale permettono a chi gestisce la supply chain di prendere decisioni tempestive. Ovviamente, il suo lavoro deve essere supportato da software adeguati e performanti.

Il Risk Manager è responsabile della definizione della mappa dei rischi, dell'identificazione delle fonti di possibili errori e della mitigazione di eventuali rischi operativi e finanziari. In particolare, il campo della gestione del rischio oggi è strettamente legato a tutti gli aspetti della sostenibilità finanziaria, ambientale e sociale della supply chain.

Quali sono le competenze più preziose per operare all'interno dei sistemi di supply chain oggi?

Senza dubbio, l'analisi dei dati. Non sono solo necessarie basi statistiche, ma è fondamentale saper correlare i dati, sviluppare studi predittivi e utilizzare e comprendere gli algoritmi di machine learning per prevedere cosa potrebbe accadere nella supply chain. Diventa essenziale capire quali sono le fonti dei dati e come sono stati elaborati.

Ad esempio, tempo fa, in India, un produttore di lavatrici notò una tendenza alla crescita vicino a Nuova Delhi, quindi, basandosi sui dati raccolti, decise di produrre più lavatrici da spedire in quella area geografica, assumendo che sarebbero state destinate al settore dell'ospitalità, come in passato. Secondo la storia, l'azienda sapeva che con una nuova domanda di lavatrici sarebbe giunta una domanda aggiuntiva di asciugatrici, quindi iniziò a produrre più asciugatrici. Tuttavia, gli ordini di asciugatrici non arrivarono. Questo perché si scoprì che le lavatrici non erano destinate al settore dell'ospitalità, ma ai produttori di formaggi che utilizzavano centrifughe nei loro processi produttivi!

Se uso i dati, ripetendoli dal passato e proiettandoli nel futuro, senza aggiornare e senza comprendere i nuovi scenari, posso commettere errori gravi.

Una seconda competenza fondamentale è avere una visione sistemica, in altre parole, una visione olistica. Chi è coinvolto nella supply chain deve conoscere cosa accade dal primo fornitore upstream fino all'ultimo cliente downstream.

Una terza capacità è quella relazionale. Poiché la supply chain è un sistema interconnesso, ogni attore deve sapere come comunicare correttamente con le altre funzioni aziendali, considerando che ogni processo ha obiettivi diversi, e quindi è essenziale comprendere come negoziare, avendo un grande obiettivo comune.

Le competenze digitali e, quindi, la capacità di interfacciarsi con software moderni sono senza dubbio necessarie.
Ultimo, ma non meno importante, è l'aspetto finanziario.

Con la crisi Lehman-Brothers nel 2008, abbiamo compreso quanto la dimensione finanziaria fosse diventata molto più rilevante rispetto al passato. Molte aziende sono fallite a causa di una mancanza di credito e liquidità. I processi di supply chain hanno impattato – e continuano ad impattare – sulla liquidità (pensiamo alla gestione dell'inventario, ai tempi di consegna, ecc.). È essenziale avere le competenze finanziarie giuste per ottimizzare il capitale circolante della supply chain.

Trasparenza, visibilità e gestione dei rischi: quanto sono critiche le nuove tecnologie?

Innanzitutto, avere visibilità end-to-end è fondamentale per la gestione del rischio.

A livello tecnologico, dovremmo ricordare che le tecnologie sono uno strumento e non il fine. Ho spesso visto che i processi aziendali vengono erroneamente “piega” per adattarsi alla tecnologia anziché il contrario. La tecnologia deve essere flessibile e versatile. I nuovi software supportano una maggiore visibilità, trasparenza e minimizzazione dei rischi lungo tutta la supply chain, ma devono essere adattati ai processi aziendali.

In termini di trasparenza, sottolineo che uno degli aspetti più rilevanti, anche più della tecnologia – e qui parlo di nuovo delle competenze relazionali – è quello della negoziazione. Non tutti gli attori lungo la stessa supply chain desiderano essere trasparenti allo stesso modo; è necessario saper negoziare e identificare i benefici di tutte le figure per raggiungere la trasparenza.

Essere un consulente di supply chain: cosa apprezzano maggiormente le aziende?

Ancora una volta, è richiesta una combinazione di tutte le competenze sopra menzionate, come visione olistica, conoscenza dei processi, abilità interpersonali, competenze tecniche, gestione estesa dei dati, e competenze predittive.

Aggiungo anche la possibilità di presentare best practices. Le aziende vogliono vedere cosa stanno facendo altre aziende simili e come migliorare. A mio avviso, un consulente che porta queste competenze e esperienze o casi aziendali può aggiungere valore.